Zona di Produzione: Comune di Vezza d'Alba Terreno: calcareo-sabbioso con pendenza del 30% Vendemmia: manuale con inizio a ottobre Vinificazione: pigiatura con diraspatura, macerazione di 10-12 giorni. Fermentazione alcolica in vasche di acciaio inox Affinamento: il vino è conservato per 12 mesi in botti da 25 hl di rovere di Slavonia Colore: rosso rubino con riflessi granato Profumo: fine, con note di fragoline di bosco e di violetta, tipiche del vitigno nebbiolo coltivato nei terreni sabbiosi del Roero Sapore: buon corpo, fine, elegante con un'ottima beva Formato: bottiglie da 0,375 lt e da 0,75 lt - magnum da 1,5 lt Grado Alcolico: 13,5% vol
Un alone di mistero avvolge le origini di un vitigno rarissimo del Monferrato Astigiano, diffuso in soli sette comuni. Non si sa se il suo nome derivi dalle “rocche” ossia da terreni scoscesi sui quali ben si adattava oppure da un antico convento di San Rocco che sorgeva nei pressi di Castagnole Monferrato. Quel che è certo ed altrettanto curioso è che fu il parroco di Castagnole, Don Giacomo Cauda, a salvare dall’estinzione il Ruché e a tramandare fino ad oggi i sentori di una Grappa unica nel suo genere, secca e, allo stesso tempo, sorprendentemente floreale.